Voci sempre più insistenti, oltreché preoccupanti, riguardanti lo sviluppo del Porto turistico di Marina di Ragusa, riferiscono che il progetto del catamarano, che dovrebbe collegare Marina di Ragusa a Malta, sia fermo al palo.
Che la provincia di Ragusa non brilli, ultimamente, per spirito imprenditoriale, è sotto gli occhi di tutti: farsi sfilare da sotto il naso la gestione di un’infrastruttura, come appunto il Porto turistico, un gioiello che da Roma in giù non ha in dote nessun territorio, denuncia gravi limiti e carenze di iniziativa.
Che adesso rischi di arrivare pure la beffa, sarebbe troppo.
E non sarebbe neppure tollerabile, che la società di gestione del Porto, dopo aver investito milioni, si ritrovasse incredibilmente a perdersi tra pastoie burocratiche e cose poco chiare.
La storia del territorio ragusano è ricca di vicende di gruppi stranieri che, dopo essere arrivati, aver investito tanti denari, incredibilmente hanno dovuto fare le valigie abbandonando intraprese e territorio.
Non voglio neanche pensare che ci siano gruppi interessati a far fallire la società di gestione del Porto dopo avergli servito la struttura su un piatto d’argento.
Se sarà necessario, mi farò promotore di iniziative atte a coinvolgere le forze politiche del territorio ed eventualmente a interessare la Regione per farsi carico del problema.
Meglio accendere un riflettore adesso che trovarsi, dopo, l’ennesima cattedrale nel deserto. Vorremmo evitare che il Porto turistico diventasse vittima di pastoie burocratiche ed interessi “collaterali”.
Sarebbe francamente troppo!
Maurizio Villaggio, Capo Dipartimento Pianificazione territoriale della Democrazia Cristiana.